sabato 17 marzo 2007

Un film: Acciaio






Regia di Walter Ruttmann ; aiuto regista: Mario Soldati
Soggetto: Luigi Pirandello, tratto dal racconto "Giuoca, Pietro!"
Musiche: Gian Francesco Malipiero
Sceneggiatura: Emilio Cecchi, Stefano Landi, Walter Ruttmann, Mario Soldati
Fotografia: Domenico Scala, Massimo Terzano
Montaggio: Giuseppe Fatigati, Walter Ruttman
Scenografia: Gastone Medin
Interpreti:Piero Pastore (Mario Vellini), Isa Pola (Gina), Vittorio Bellaccini (Pietro Ricci), Alfredo Polveroni (Giuseppe Ricci), Olga Capri (Emma Ricci), Arcangelo Aversa, Romano Calo', Romolo Costa, Luigi Erminio D'Olivo, Giulio Massarotti, Enzo Pagliericci, Domenico Serra
Produzione: Emilio Cecchi per La Cines, anno 1933

"Acciaio: il soggetto è scritto da Luigi Pirandello su esplicita richiesta di Mussolini e la regia è affidata al noto documentarista tedesco Walter Ruttmann, arrivato in Italia dopo il successo ottenuto nel ’27 con Berlino Sinfonia di una grande città. Il film narra di due operai delle acciaierie di Terni innamorati della stessa donna. Uno dei due muore in un incidente e i colleghi sospettano che sia invece stato ucciso dal rivale in amore. ... La pellicola rappresenta un momento importante del cinema italiano poiché esso è riuscito formidabilmente all'italiana, non solo perché fatto in Italia, con tecnica italiana, con sole, con muscoli, con terra italiani, ma perché il direttore tedesco lo ha sentito italianamente nei suoi personaggi, e ne ha fatto una sincera e simpatica espressione della nostra anima popolare. Questi personaggi di Acciaio sono davvero nostri. Guardate il bersagliere (Mario) che torna a casa dopo il congedo. E' lui: bicicletta, piume al vento; così guizza giù dalla strada polverosa, così saluta, così rasenta le prime case del paese, i crocchi delle donne, i nugoli dei ragazzini che gli corrono dietro gridando. Perché Mario non é un bersagliere qualunque: é quello che ha vinto le gare di bicicletta al reggimento; è dunque quasi un campione. Un giorno passano per Terni anche i corridori del Giro d'Italia. Là, in quella folata di giovinezza e di entusiasmo, egli sente esplodere nel suo sangue la ribellione. Egli lascerà il paese, lascerà quella trista fatica quotidiana, diventerà corridore. Inforca la bicicletta e s'inerpica dietro la scia delle macchine che riga la collina. Al sommo della salita si ferma e si volge, con la gola secca e il cuore in tumulto, a guardare per l'ultima volta i monti, le officine, le cascate spumeggianti. Ed ecco mentre è là, un urlo di sirena echeggia nella vallata a chiamare gli operai al turno.
(Filippo Sacchi, "Corriere della Sera", 8 aprile 1933 )

Ma Acciaio è anche un documentario molto dettagliato della vita nelle acciaierie della città di Terni. Il contrasto tra il mondo agricolo e quello industriale è enfatizzato da un lato dal carro trascinato da una coppia di buoi (all'inizio e alla fine della pellicola), e dall'altro dall'elettricità (i pali della luce, i motori elettrici, la "giostra elettrica", ...)

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