giovedì 1 maggio 2008

mercoledì 5 marzo 2008

Argomenti delle Lezioni

Programma preliminare del Corso di Storia dell’industria in Italia

08.2.20: Introduzione al Corso. La storia e l’impresa. Alcune definizioni

08.2.21: La storia d’Italia dal 1815 al 2000: gli eventi salienti

08.2.22: L’innovazione e lo sviluppo industriale: Schumpeter

08.2.27: Torino: città industriale

08.2.28: La protoindustria nel XVIII secolo

08.2.29: La rivoluzione industriale in Italia.

08.3.5: Le grandi esposizioni industriali

08.3.6: La nascita della grande industria

08.3.7: Il primo conflitto mondiale

08.3.12: Il ventennio fascista

08.3.13: La ricostruzione

08.3.14: Il miracolo economico

08.3.19: Le crisi degli anni ‘70

08.3.27: Pubblicità e industria

08.4.2: L’industria della seta

08.4.3: L’industria siderurgica

08.4.9: Il caso: la città di Terni

08.4.10: L’industria tessile

08.4.23: L’industria del cemento e delle costruzioni

08.4.24: L’industria degli elettrodomestici e il design

08.4.30: Il caso: Camillo e Adriano Olivetti

08.5.7: L’industria aeronautica

08.5.8: Il caso: Enrico Forlanini

08.5.14: L’industria automobilistica

08.5.15: Il caso: Pinin Farina

08.5.21: I distretti industriali in Italia: una sintesi. Le statistiche industriali

08.5.22: Conclusioni finali sull’industria in Italia

Approfondimenti per il Corso del 2008

Temi assegnati per l'anno accademico 2007-2008:

108935

AFRUNE

Industria dei cementi

136785

BIDONE

Industria del distretto di Milano

112427

BORTOT

Industria della gomma

144951

BRANDI

Industria cotoniera

130848

BUSSOLINO

Industria laniera

141264

BUTTINI

Industria delle province di Como e Varese

123374

CAMPOREALE

Industria alimentare

143799

CAROSSO

Industria del Lazio e dell’Umbria

108079

CAU

Industria dei coloranti e dei fertilizzanti

123268

CERMINARA

Industria del petrolio e dei carburanti

130339

COPPETA

Industria della Toscana

123505

CORDERO

Industria agraria

130194

DERIU

Industria del distretto di Torino

133065

DI ROSA

Industria delle macchine agricole

124208

FABBRICATORE

Industria dei trasporti

144898

FARA

Industria delle Isole

132276

FIORI

Industria militare

144949

FOGLIETTA

Industria del Biellese

117991

FORLEO

Industria delle materie plastiche

124230

FRANZOSI

Industria del cuoio e delle pelli

99236

FUMAGALLI

Industria cotoniera

132660

GAI

Industria farmaceutica

132393

GIORGIS

Industria ferroviaria

130306

GIUGGIA

Industria delle province di Como e Varese

123519

GIULIANI

Industria militare

130773

GOBBO

Industria del Biellese

131837

GRANAGLIA

Industria del petrolio e dei carburanti

131424

GULLONE

Industria della gomma

130513

LATTANZIO

Industria della Puglia e della Basilicata

144941

LOFRUMENTO

Industria del Triveneto

130124

LUBELLO

Industria della Liguria

125515

MACCHIA

Industria automobilistica

125539

MALDERA

Industria aeronautica

132402

MARNETTO

Industria navale

130498

MARRETTA

Industria della Campania

126560

MARTINETTO

Industria della comunicazione e dello spettacolo

132807

MELI

Industria delle macchine utensili

139142

MILAN

Industria dell’Emilia

124377

MIOLA

Industria dei cosmetici

132405

MOIA

Industria dei trasporti

150291

MOLITERNI

Industria laniera

131299

MONTALDO

Industria dei cementi

130510

MORANDI

Industria delle Isole

125514

MORELLO

Industria delle macchine agricole

142082

MULIEDDO

Industria della Toscana

132564

NAPPI

Industria dei cosmetici

126911

OCCHINO

Industria del legno

132805

PALLARO

Industria meccanica fine

130845

PASQUERO

Industria cotoniera

130251

PASTERIS

Industria dell’Emilia

133918

PELLEGRINO

Industria del Canavese

125469

PERALDO

Industria delle macchine utensili

151082

PETEY

Industria serica

125697

POLISTINA

Industria dolciaria

130210

PRANDI

Industria del distretto di Milano

132240

PRATO

Industria agraria

130978

PROVERA

Industria dei coloranti e dei fertilizzanti

130893

QUARANTA

Industria serica

133362

QUARTA

Industria dolciaria

130719

RABIA

Industria del Triveneto

133096

RAMPINO

Industria aeronautica

133095

REALE

Industria automobilistica

125660

REDI

Industria tipografica ed editoriale

131944

ROCCO

Industria alimentare

133307

ROTONDO

Industria tipografica ed editoriale

144917

SACCO

Industria della Puglia e della Basilicata

130151

SALVATO

Industria del Canavese

106191

SAMPIETRO

Industria serica

133635

SARTORIS

Industria della comunicazione e dello spettacolo

126049

SCALA

Industria casearia e dei latticini

105894

SCARPINO

Industria laniera

131753

SEGGIARO

Industria delle materie plastiche

133661

SESTERO

Industria del legno

132527

SONZA REORDA

Industria del cuoio e delle pelli

133383

SPADARO

Industria casearia e dei latticini

130943

SPAGNUOLO

Industria delle fibre sintetiche

134473

SURACE

Industria del distretto di Torino

106828

TESTA

Industria delle fibre sintetiche

125340

TORCHIO

Industria farmaceutica

133675

TOSO

Industria della Liguria

123535

VEGGI

Industria ferroviaria

125441

VIADA

Industria meccanica fine

144302

VICENDONE

Industria della Campania

130362

VILLANO

Industria del Lazio e dell’Umbria

124040

ZAFFAGNINI

Industria navale

151220

ZARA

Industria delle fibre sintetiche

L’approfondimento, per ciascun “settore”, dovrà tenere conto dei seguenti punti:

  1. localizzazione geografica e territoriale e rapporti con le infrastrutture
  2. imprese di rilevanza e loro “brand”
  3. imprenditori e protagonisti
  4. tipologie produttive e di mercato
  5. eventi salienti e rapporti con la storia economica e politica del Paese
  6. processi innovativi nel corso del tempo

mercoledì 20 febbraio 2008

Un film documentario


In fabbrica (2007), di Francesca Comencini
http://espresso.repubblica.it/multimedia/repubblicaradiovideo/1634826/1


Incomincia un nuovo corso

Prima lezione del Corso di Storia dell'industria in Italia:

Testo di riferimento:
A.Castagnoli, E. Scarpellini, Storia degli imprenditori in Italia, Torino : Einaudi, 2003

Un concetto di base: la Storia

VOCE: storia

(in: N. Pethers, J. Ruchatz, Dizionario della memoria e del ricordo, Milano : Bruno Mondadori, 2002)

La scrittura della s. (—> storiografia) e la memoria sono da sempre discorsivamente congiunte l’una con l’altra. Tuttavia, mentre nel XX secolo la memoria registrava la sua maggior fortuna come oggetto di riflessione, non così accadeva per la s., che viveva, nella sua recezione culturale, una profonda crisi. Un primo problema è la polivocità del termine s.: esso può indicale innanzitutto ciò che è successo un tempo; in secondo luogo significa l’indagine su ciò che è successo un tempo; in terzo luogo il racconto che ne stabilisce il senso (--> narrazione). Per lo più si intendono per s. tutti e tre i significati sopra menzionati, di volta in volta dando più o meno peso all’una o all’altra accezione. Il primo significato, a ogni modo, permane soltanto nella lingua di tutti i giorni. L’idea che ciò che accade possa essere percepito e ricordato solo selettivamente (—> selezione) ha portato alla proposta di non definire più come “s.” ciò che è accaduto: «storia non è la somma degli accadimenti, non tutto l’accadere di tutte le cose, ma piuttosto una conoscenza dell’accadere e, quindi, l’accadere conosciuto» ( J.G. Droysen, ‘storica; —) ricostruzione). Il sapere, però, secondo quanto sostiene A.C. Danto, si organizza narrativamente indipendentemente dal fatto che esso sia trasmesso per via orale o scritta (- trasmissione culturale). Se è vero che «la cultura del ricordo è anzitutto relazione con il passato» ( J. Assmann), d’altra parte è altrettanto vero che la s. è un concetto centrale del discorso sul ricordo. Questo rapporto si può attuare come un serbare testimonianze dell’accadere passato archiviandole (--> archivio, --> documento, --> traccia), oppure come un’evocazione del passato orientata verso il presente, o infine come una prognosi del —> futuro che trae spunto dal —> passato (—> attesa, —> previsione).

In Europa si possono distinguere tre periodi per quanto riguarda la narrazione della s.: dapprima la s. assume la forma di singole storie senza un filo comune; poi le singole storie si riuniscono in un fascio che alimenta il singolare collettivo s.; infine, con il )0( secolo, assistiamo alla decadenza di questa nozione di s. come singolare collettivo. Modello della s. come narrazione di singole storie sono le Storie di Erodoto. Esse sono caratterizzate dalla rinunzia a stabilire connessioni sistematiche e fondanti fra gli eventi. Perciò Aristotele definiva la s. scienza del concreto e la classificava come non filosofica. Dal punto di vista di Erodoto allo storiografo spetta il ruolo di custode del ricordo di singoli —> eventi. Questo modello ha dominato la scrittura della s. fino all’età moderna (—> cronaca), malgrado il tentativo di una storiografia che attribuisce valore ai nessi e alle costanti sia già presente, per esempio, in Tucidide. La nascita della scienza storica come disciplina universitaria autonoma a partire dal XVII secolo è coincisa con l’elaborazione del singolare collettivo s., che congiunse le singole storie in un concetto teorico universale e determinò la formulazione di svariati abbozzi di —> filosofia della storia. La storia universale venne intesa come un insieme di nessi dotati di un senso oggettivo e fra loro coerenti. Attraverso questo processo la s. divenne concettualmente il contrario della memoria, che è collegata ai ricordi di un singolo individuo o di una collettività. «Non esiste alcuna memoria universale», sosteneva —> M. Halbwachs (1987) e fissava l’inizio della s. là dove «la memoria sociale si affievolisce e si dissolve». Nel XX secolo i disegni di storia universale sono stati progressivamente messi in discussione. La s. è stata avvertita come «il dar senso a ciò che è privo di senso» (T. Lessing) che ha messo in luce la storicità dello stesso concetto di s., occultata dalla filosofia della storia classica: la storia universale si trasforma nella «storia multiversale» (E. Schulin).

Già nel mondo antico c’erano due diversi modi di concepire il rapporto fra s. e memoria: il primo interpretava la scrittura della s. come prolungamento e perpetuazione del ricordo. In questo senso Cicerone celebrava la s. come ciò che mantiene viva la fugace memoria («historia vita memoriae»). Di conseguenza, la scrittura della s. scaturisce nel momento in cui il ricordo passa dalla memoria comunicativa alla —> memoria culturale che, alimentata da quella, si emancipa dal depositati() individuale del ricordo. Una volta trascritta, la s. si può emancipare dalla memoria culturale. A partire da queste premesse, il secondo modo di concepire il rapporto fra s. e memoria giunge alla tesi che, alla lunga, la trascrizione del ricordo (- oralità, —> scrittura) disturberebbe la memoria e «sarebbe fonte dell’oblio» come, secondo —> Platone, avrebbe temuto il re egizio Thamus. Timore che, a detta di Giulio Cesare, avrebbero condiviso i druidi della Gallia. I due modi di concepire restano inconciliabili finché la s. viene considerata come prosecuzione discontinua o persino contrapposizione rispetto alla memoria stessa (individuale e collettiva). In questa prospettiva Halbwachs separava nettamente la costruzione sociale della —> memoria collettiva dalla s. che lui stesso concepiva come oggettiva. Nel frattempo, tuttavia, si è imposta la tesi generale che anche la storiografia sia mossa da interessi. Un accesso al passato è possibile solo passando attraverso le rappresentazioni collettive di quella che, di volta in volta, è la —> cultura dell’epoca, nonché attraverso testimonianze che devono essere interpretate o che costituiscono già esse stesse interpretazioni culturalmente condizionate. La s., o per meglio dire le s.e sono quindi un prodotto di «comunità del ricordo» (P. Burke).

La concezione secondo cui la s. sarebbe un prolungamento oggettivante della memoria indusse P Nora (1997) a formulare, di fronte alla perdita di qualsivoglia concetto di s. universale, la tesi che la differenza fra memoria e s. sarebbe insuperabile. La memoria sarebbe un’istanza assoluta della soggettività, mentre la s. in quanto scienza renderebbe relativa qualsiasi soggettività. Mentre la memoria fonderebbe la —> continuità la s. la distruggerebbe. Questa tesi sottointendeva l’esigenza di una scienza non più narrativa (—> storicismo). Nora trova una via d’uscita dal dilemma del¬la s. (Historie) che vieta di raccontare ma, al tempo stesso, deve efficacemente fondare il suo senso (parola d’ordine: politica della s.), nel concetto di —> luoghi della memoria: un’istanza in grado di accreditare «il vero ricordo» nel contesto dell’esperienza moderna del soggetto come discontinuità. II problema che pone questo concetto è quello dell’assenza di referenzialità, ovvero di autoreferenzialità, del luogo della memoria, la cui evidenza prelinguistica non è registrabile storiograficamente. La resurrectio di ciò che è definitivamente passato in un’immagine sia attualizzante che attuale non è realizzabile in assenza di un’istanza extrastorica gamento e perpetuazione del ricordo. In questo senso Cicerone celebrava la s. come ciò che mantiene viva la fugace memoria («historia vita memoriae»). Di conseguenza, la scrittura della s. scaturisce nel momento in cui il ricordo passa dalla memoria comunicativa alla —> memoria culturale che, alimentata da quella, si emancipa dal depositati() individuale del ricordo. Una volta trascritta, la s. si può emancipare dalla memoria culturale. A partire da queste premesse, il secondo modo di concepire il rapporto fra s. e memoria giunge alla tesi che, alla lunga, la trascrizione del ricordo (- oralità, —> scrittura) disturberebbe la memoria e «sarebbe fonte dell’oblio» come, secondo —> Platone, avrebbe temuto il re egizio Thamus. Timore che, a detta di Giulio Cesare, avrebbero condiviso i druidi della Gallia. I due modi di concepire restano inconciliabili finché la s. viene considerata come prosecuzione discontinua o persino contrapposizione rispetto alla memoria stessa (individuale e collettiva). In questa prospettiva Halbwachs separava nettamente la costruzione sociale della —> memoria collettiva dalla s. che lui stesso concepiva come oggettiva. Nel frattempo, tuttavia, si è imposta la tesi generale che anche la storiografia sia mossa da interessi. Un accesso al passato è possibile solo passando attraverso le rappresentazioni collettive di quella che, di volta in volta, è la —> cultura dell’epoca, nonché attraverso testimonianze che devono essere interpretate o che costituiscono già esse stesse interpretazioni culturalmente condizionate. La s., o per meglio dire le s.e sono quindi un prodotto di «comunità del ricordo» (P. Burke).

La concezione secondo cui la s. sarebbe un prolungamento oggettivante della memoria indusse P Nora (1997) a formulare, di fronte alla perdita di qualsivoglia concetto di s. universale, la tesi che la differenza fra memoria e s. sarebbe insuperabile. La memoria sarebbe un’istanza assoluta della soggettività, mentre la s. in quanto scienza renderebbe relativa qualsiasi soggettività. Mentre la memoria fonderebbe la —> continuità la s. la distruggerebbe. Questa tesi sottointendeva l’esigenza di una scienza non più narrativa (—> storicismo). Nora trova una via d’uscita dal dilemma della s. (Historie) che vieta di raccontare ma, al tempo stesso, deve efficacemente fondare il suo senso (parola d’ordine: politica della s.), nel concetto di —> luoghi della memoria: un’istanza in grado di accreditare «il vero ricordo» nel contesto dell’esperienza moderna del soggetto come discontinuità. II problema che pone questo concetto è quello dell’assenza di referenzialità, ovvero di autoreferenzialità, del luogo della memoria, la cui evidenza prelinguistica non è registrabile storiograficamente. La resurrectio di ciò che è definitivamente passato in un’immagine sia attualizzante che attuale non è realizzabile in assenza di un’istanza extrastorica. [...]

domenica 1 aprile 2007

Le Esposizioni torinesi

Esposizioni d'arti e industrie lungo il Po a Torino (1805-1940)


1805: Exposition d'ouvrages de beaux-arts et manufactures, Castello del Valentino

1811: Exposition d'ouvrages de beaux-arts et manufactures, Castello del Valentino

1812: Exposition d'ouvrages de beaux-arts et manufactures, Castello del Valentino

1829: Esposizione industriale ed agraria e delle arti subalpine, Castello del Valentino

1832: Esposizione industriale ed agraria e delle arti subalpine, Castello del Valentino

1838: Esposizione industriale ed agraria e delle arti subalpine, Castello del Valentino

1844: Esposizione generale, Castello del Valentino

1850: Esposizione generale, Castello del Valentino

1851: Esposizione agraria, Castello del Valentino

1852: Esposizione agraria, Castello del Valentino

1856: Esposizione agraria, Castello del Valentino

1857: Esposizione agraria, Castello del Valentino

1859: Esposizione generale, industriale agraria e artistica, Castello del Valentino

1861: Esposizione agraria, Castello del Valentino

1864: Esposizione agraria, Castello del Valentino

1865: Esposizione agraria, Castello del Valentino

1868: Esposizione agraria, Castello del Valentino

1869: Esposizione agraria, Castello del Valentino

1871: Esposizione campionaria dell'industria nazionale, Castello e parco del Valentino

1876: Esposizione agraria, Castello e parco del Valentino

1880: Esposizione nazionale di belle arti e arti applicate all'industria, Parco del Valentino

1884: Esposizione generale italiana, Parco del Valentino

1884: Esposizione internazionale di elettricità: Castello del Valentino

1898: Esposizione nazionale generale, Castello e parco del Valentino

1900: Mostre di automobili, Parco del Valentino e Padiglione delle Belle Arti

1902: Esposizione d'arte decorativa moderna, di automobili e biciclette, Parco del Valentino

1904: Mostra di automobili, Parco del Valentino

1905: Esposizione internazionale dell'automobile, Parco del Valentino

1906: Esposizione internazionale dell'automobile, Parco del Valentino

1907: Esposizione internazionale di automobili, Parco del Valentino

1908: Esposizione internazionale di automobili, Parco del Valentino

1909: Esposizione internazionale di automobili, Parco del Valentino

1910: Mostra torinese di automobilismo e di aviazione, Parco del Valentino

1911: Esposizione generale internazionale, Parco del Valentino

1911: Mostra speciale dell'automobile del ciclo e dell'aeronautica; Parco del Valentino

1913: Esposizione internazionale di automobili, Parco del Valentino

1923: Esposizione internazionale, Parco del Valentino

1926: Mostra internazionale di edilizia, Parco del Valentino

1928: Esposizione nazionale generale, Parco del Valentino

1932: Esposizione della meccanica e della metallurgia, via Madama Cristina

1933: Esposizione della meccanica e della metallurgia, via Madama Cristina

1934: Esposizione della meccanica e della metallurgia, via Madama Cristina

1935: Esposizione della meccanica e della metallurgia, via Madama Cristina

1936: Esposizione della meccanica e della metallurgia, via Madama Cristina

1938: Esposizione torinese sull'Autarchia, Valentino - Torino esposizioni